DISTURBO BIPOLARE

Si tratta di un disturbo dell’umore, cronico e, se non trattato ingravescente, caratterizzato da oscillazioni del tono dell’umore. Le persone che ne sono affette esperiscono, nell’arco della loro vita, Episodi di depressione maggiore, ma anche episodi in cui si sentono particolarmente bene, dormono poco e non si sentono stanchi, hanno un senso grandioso di sé e/o sono particolarmente irritabili. Il Disturbo bipolare ha un’eziologia molto complessa per cui non vi è una sola origine o causa, ha caratteristiche di familiarità per cui espone ad una maggior vulnerabilità i parenti di primo grado.
Non deve spaventarci il fatto che sia cronico, dal Disturbo Bipolare non si guarisce clinicamente, ma se ben diagnosticato e trattato, si ha una vita del tutto nella norma, senza eccezione alcuna.
Come e più di sempre, la differenza la fanno la giusta diagnosi e la precisione della cura, che preveda l’acquisizione di competenze specifiche, poiché questi trattamenti non si possono improvvisare, in ottemperanza alle linee guida internazionali.
Purtroppo, a livello mondiale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità denuncia un ritardo nella diagnosi, in media, di 10 anni, ed è proprio questo, purtroppo, che fa la differenza nella prognosi.
Il Disturbo bipolare, infatti, ha mediamente un’età di esordio che va dai 18 ai 28-30 anni (con un’altra finestra temporale che coincide con la menopausa), ed è chiaro che, se ben diagnosticato in giovane età, non è un disturbo che deve preoccuparci e l’aderenza al trattamento di cura terrà in equilibrio il tono dell’umore. Diversamente, se il Disturbo non viene riconosciuto, e quindi mal diagnosticato, di solito le persone vanno in contro a percorsi di cura errati, iatrogeni, continue ed esacerbate oscillazioni del tono dell’umore, le quali compromettono la vita sociale, personale e professionale, fino a gravissime compromissioni nel funzionamento generale. Succede, nei nostri ambulatori, di incontrare persone già mature, che hanno vissuto “sulle montagne russe” per decenni, con grandissima fatica e sofferenza, che si trovano a fare un bilancio vissuto come negativo della propria esistenza, e che, se ben diagnosticate trent’anni prima, avrebbero avuto un percorso di vita completamente diverso e potenzialmente soddisfacente.
E’ per questo motivo che, anche solo in caso di dubbio, occorre chiedere un consulto a persone particolarmente competenti e specializzate nei disturbi dell’umore, al fine di ottenere la giusta diagnosi ed il giusto progetto terapeutico, perché la diagnosi precoce, e le competenze specifiche, fanno la differenza.
Il Manuale diagnostico (DSM-5-TR; APA, 2023), riportata come questo tipo di disturbo riguardi una bella fetta di popolazione, ben più di quanto si possa immaginare, che si aggira intorno al 1,5-2,5% e descrive così il Disturbo Bipolare in tutte le sue declinazioni:
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Disturbo Bipolare di tipo I: caratterizzato da almeno 1 Episodio maniacale (periodo di una settimana, meno se ospedalizzato, caratterizzato da tono dell’umore anormalmente persistente ed elevato o irritabile, con aumento dell’attività o dell’energia e 3 o più sintomi tra autostima ipertrofica o grandiosa, diminuito bisogno di sonno, maggiore loquacità, fuga di idee o treno di pensieri che corrono in testa, facile distraibilità, aumento di attività finalizzata, eccessivo coinvolgimento in attività ad alto potenziale di conseguenze dannose (es: acquisti incontrollati, alta velocità, consumo di sostanze, comportamenti sessuali non protetti, investimenti finanziari avventati, ecc.)
L’Episodio maniacale, la cui descrizione sintomatologica è sopra riportata, è sufficiente per poter diagnosticare un Disturbo Bipolare di tipo I, tuttavia può essere accompagnato da altre fasi maniacali o ipomaniacali e/o da Episodi depressivi maggiori (sotto descritti).
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Disturbo Bipolare di tipo II: caratterizzato da almeno 1 Episodio ipomaniacale, in corso o pregresso (nell’arco della vita) e un Episodio depressivo maggiore, attuale o pregresso (nell’arco della vita)
L’Episodio ipomaniacale ha le stesse caratteristiche dell’episodio maniacale, sopra descritto, ad eccezione del criterio temporale: ha infatti una durata che va dai 4 ai 7 giorni consecutivi e comunque non ha portato ad ospedalizzazione.
L’Episodio depressivo Maggiore, invece, è caratterizzato da 5 sintomi, sotto descritti, presenti per almeno 2 settimane, e che rappresentano un cambiamento rispetto al normale funzionamento della persona. Almeno uno dei suddetti 5 sintomi riguarda l’umore depresso o la persistente perdita di piacere e interessi in tutte le attività per la maggior parte del giorno tutti i giorni, gli altri riguardano, invece, variazioni nel peso ponderale, nel ritmo sonno veglia, agitazione o rallentamento psicomotori, faticabilità o mancanza di energia, sentimenti di autosvalutazione o colpa eccessivi, ridotta capacità di pensare, concentrarsi o decidere, pensieri di morte e/o ideazione suicidaria, fino, in alcuni casi, ad averne un piano specifico.
Disturbo ciclotimico: caratterizzato da almeno 2 anni in cui sono stati presenti numerosi periodi con sintomi ipomaniacali e numerosi periodi con sintomi depressivi, che tuttavia non soddisfano i criteri per poter essere definiti “Episodi clinici”.
Sono disturbi che spesso preoccupano, caratterizzati da stigma sociale, ma la buona notizia è che si possono trattare efficacemente, se diagnosticati precocemente e ben curati.
Le linee guida internazionali e le raccomandazioni dell’OMS, riportano, come prima linea terapeutica, la farmacoterapia somministrata da uno Specialista in Psichiatria unitamente, sempre di prima linea, alla Psicoeducazione per il Disturbo Bipolare, con particolare indicazione per il protocollo di Colom e Vieta (2006), nonché, come indicazione clinica di secondo livello, la Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale per il Disturbo Bipolare (CANMAT, 2018), la Psicoterapia centrata sulla famiglia e la Terapia Interpersonale.
Nella nostra equipe operano professionisti che hanno acquisito competenze specifiche per il trattamento di questi disturbi, nonché per la psicoeducazione ai pazienti ed alle loro famiglie, che spesso si trovano in grave difficoltà nel fronteggiare queste manifestazioni psicopatologiche.
"A volte sembra scemare fino a sparire del tutto.
Ti lascia mangiare, dormire, parlare come le altre persone.
Poi di nuovo si gonfia, cresce e cerca di raccogliere il contenuto
della tua mente in una sola danza dominante.
Stasera è una di quelle volte.
Anche se sei solo, ti sei tolto uno stivale e stai per slacciarti anche l’altro,
non puoi proseguire nella svestizione,
ma devi subito metterti a scrivere sotto l’impulso della danza."
(Virginia Woolf)